Noi siamo ciò che ricordiamo. Senza la memoria non potremmo svolgere le più semplici azioni quotidiane, riconoscere persone, leggere, parlare o in definitiva dare un senso al nostro essere, al nostro modo di vivere nel mondo. La memoria è una funzione fondamentale per l’essere umano in quanto permette di organizzare le esperienze passate, vivere il presente e pianificare eventi futuri. Secondo Marcel Proust: la verità dell’esperienza umana può essere afferrata soltanto comprendendo la memoria e il tempo ( M. Proust Alla ricerca del tempo perduto).
Diventa, dunque, fondamentale mantenere tale funzione efficace ed efficiente nel corso degli anni.
La memoria coinvolge ed è strettamente connessa ad altre funzioni cognitive ed al cervello nel suo insieme. Le funzioni cognitive dell’individuo subiscono l'influenza e sono, per natura, sensibili al trascorrere del tempo per cui tendono a modificarsi con l’avanzare dell’età.
Ma da anziani si perde la memoria? Cicerone risponde a questa domanda con parole che sono rimaste memorabili nei secoli:… non si perde insomma la vivacità della mente nei vecchi, purché essi non abbandonino lo studio e l’attività. E ciò non solo per gli uomini illustri e insigniti di cariche, ma anche per quelli che vivono la loro vita privata e tranquilla.
Negli anziani, in assenza di patologie, l'apprendimento e le capacità di memoria sembrerebbero, nel loro complesso rimanere relativamente normali.
E' opinione condivisa che l'incremento dell'età porti ad un indebolimento generale della memoria; spesso gli anziani si lamentano di non ricordare più come una volta e, anche se la memoria per episodi passati rimane in genere buona, essi si trovano in difficoltà in tutti quei piccoli compiti quotidiani che richiedono un aggiornamento della memoria di lavoro. Questa difficoltà genera, nelle persone anziane un senso di frustrazione e di impotenza che si riflette sullo stato di salute. Hasher e Zacks (1988) hanno proposto un'ipotesi interessante per spiegare le scarse performance cognitive degli anziani in compiti di memoria di lavoro: gli autori sostengono che non vi sia un impoverimento generale delle capacità cognitive, ma un indebolimento selettivo dei meccanismi di soppressione ed inibizione di stimoli irrilevanti, che giocano un ruolo fondamentale nelle fasi di codifica, immagazzinamento e recupero delle informazioni. Gli anziani, pertanto, non riuscendo a bloccare gli stimoli irrilevanti si trovano ''sommersi'' da informazioni che faticano a selezionare. I risultati dimostrano che con l'aumento dell'età vi sia un indebolimento dei meccanismi di soppressione e inibizione; questo dato potrebbe risentire anche del diverso utilizzo di strategie mnestiche utilizzate da soggetti anziani. I soggetti anziani, infatti, sembrano utilizzare strategie meno appropriate al tipo di compito e questo potrebbe influire sulla performance finale.
Gli anziani dunque, si differenziano dai giovani non, come comunemente si pensa, per un impoverimento della produzione cognitiva, bensì per una eccessiva ricchezza del materiale da loro prodotto, ricchezza che deriva da esperienze di vita e dal loro percorso personale. L'anziano è facilitato rispetto al giovane, perchè le nuove informazioni vengono inserite in una rete già esistente di conoscenze. L'elevata quantità di nozioni precedentemente immagazzinate e la maggiore capacità critica facilitano l'apprendimento ed il ricordo di cose nuove.
E' proprio questo continuo riferimento ad esperienze personali, spesso cariche di intensità emotiva, che crea interferenza in fase di codifica e recupero, ma che rende i racconti degli anziani particolari e unici rispetto a quelli dei gruppi più giovani.
Sulla base di queste considerazioni il corso di Ginnastica mentale si propone come obiettivi non solo l'allenamento della memoria e delle altre capacità intellettive ma anche l'aumento della conoscenza delle proprie risorse, competenze e strategie, l'Incremento delle proprie capacità di socializzazione attraverso la sollecitazione di competenze comunicative e di ascolto al fine di promuovere uno scambio proficuo alla crescita individuale e di gruppo.
Costruzione di una “memoria storica” attraverso il raccontarsi al gruppo ripercorrendo il proprio percorso di vita.
L'“allenamento” mentale dunque è basato non solo sull’esercizio individuale ma soprattutto attraverso la socializzazione e la condivisione tra i membri del gruppo. Tenersi in esercizio svolgere compiti o imparare strategie è importante, ma risulta fondamentale la trasmissione interpersonale della propria storia anche a diversi livelli intergenerazionali.
La condivisione e socializzazione delle proprie esperienze, da un lato genera forme di narrazione fondamentali per la costruzione della propria identità che hanno un riflesso significativo sulla natura dei ricordi e sulla loro evocazione; dall’altro potenzia il processo motivazionale che ha un ruolo fondamentale nell’incremento dell’apprendimento e nella discriminazione degli eventi.
Tali modalità costituiscono condizioni favorevoli per l’organizzazione dei processi cognitivi e rappresentano le aree della vita mentale che possono consolidare e agevolare le tracce mnestiche e le funzioni della memoria. La ginnastica mentale non può prescindere dai processi motivazionali e relazionali. Infatti essa, pur esplicandosi come modalità tecnica e pratica richiede una continua condivisione esperienziale, al fine di evitare di diventare un’attività sterile e poco produttiva.
E’ da notare infatti che la gamma di esercizi che possono facilitare l’incremento delle capacità mentali è così ampia che dovrebbe di per sé assicurare una loro facile introiezione e di conseguenza una massimizzazione dei processi mnestici. In realtà le cose spesso non assumono tali connotazioni in quanto senza un adeguata base motivazionale si può disperdere quello che si apprende e si può generare una divisione tra le componenti che partecipano ad una formazione di questo tipo.
Qui occorre ricordare che l’esercizio è utile in quanto permette di esprimere e di consolidare le proprie capacità, ma diviene uno strumento di grande efficacia se viene a fondarsi sull’imitazione e l’osservazione di altri e quindi sullo scambio relazionale. L’imitazione e l’osservazione permettono di verificare la propria e l’altrui capacità di elaborare veri e propri testi mentali in grado di rappresentare l’esperienza che si sta vivendo e quindi di sviluppare abilità implicite e comportamenti nuovi.
Tali esperienze hanno una valenza comunicativa che può estendersi a diverse fasce di età e trovano riscontro nel modo in cui i processi motivazionali che, per loro natura, hanno un carattere individuale, possono in contesti sociali e aggregativi, assumere una connotazione più facilitante.
Sulla base di queste considerazioni, il corso di Ginnastica mentale, tenuto presso 50 & Più Università, si propone sia di valorizzare le risorse individuali mostrando particolare attenzione ai diversi repertori tecnico-pratici, sia di far fluire la comunicazione e la condivisione di quei processi emozionali e motivazionali che possono garantire l’efficacia mentale di tali funzioni, assicurandone una buona stabilità nel tempo.
In questo senso il corso è orientato ad incrementare e allenare le funzioni cognitive come esito del complesso rapporto tra cervello, mente e persona, che insieme vanno a caratterizzare le diverse reazioni individuali, il modo di pensare e di sentire lo sviluppo di abilità prossime all’organizzazione della memoria.
Dott.ssa Alessia D'Avack
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